Domande frequenti

Il Duomondo esiste davvero?

Certo, il Duomondo esiste da sempre, ma noi umani siamo tutti vittime di un incantesimo che non ci permette di vederlo, il famigerato Sortilegio dell’Oblio.

Qual è l’origine del nome ‘Duomondo’?

Tutto inizia da un'idea. Per noi umani i mondi sono due: quello che abbiamo sempre conosciuto e che chiamiamo ‘Mondo’ e quello nuovo che stiamo scoprendo, un secondo mondo che non ha nome, ma fa parte del nostro mondo. Noi abbiamo, quindi, deciso di chiamare Duomondo questo grande mistero composto da due mondi che è la nostra realtà. Tuttavia, per semplificare le cose, che sono già abbastanza complesse e scioccanti, spesso usiamo questa parola per parlare del mondo incorporeo di recente scoperta.

Perché non esistono foto delle creature duomondesche, ma solo illustrazioni?

Non possiamo fotografarle per vari motivi. Prima di tutto, si tratta di esseri incorporei e le nostre tecnologie non sono ancora in grado di immortalare questo tipo di soggetti. Inoltre, ricordiamo che tutti noi umani siamo condannati a non riuscire a vedere e percepire la loro presenza, né tanto meno a ricordarla, figuriamoci se possiamo fotografarla. Fortunatamente Vik è un ottimo illustratore e questo gli permette di condividere ciò che riesce a vedere con i suoi occhi.

quando Vik è presente in una foto, come è possibile che abbia visto la scena con i suoi occhi per illustrarla?

Il Prof. Triocchio ci ha donato un utilissimo oggetto duomondesco, lo Speculum Perpetuo, uno specchio che permette di rivedere ogni cosa che ha riflesso dalla prospettiva in cui viene posizionato.

Perché voi riuscite a vedere le creature duomondesche?

Sappiamo rispondere a questa domanda solo in parte. Da quanto abbiamo scoperto finora, pare che ci sia un misterioso qualcuno, dotato di poteri, che è riuscito a scalfire quel muro magico che ci separava dal Duomondo. Non sappiamo se siamo gli unici ad averla, probabilmente ci sono altri come noi. O forse no. Stiamo indagando. Vi terremo aggiornati!

Perché a volte viene usato il simbolo schwa (ə per il singolare; з per il plurale) al posto del maschile e del femminile?

Lo schwa è un simbolo che si sta affermando nella pratica della scrittura per rispettare la diversità di genere: è un espediente che serve a rappresentare ogni tipo di genere e identità sessuale, laddove la semplice distinzione tra femminile e maschile è troppo limitata e limitante per rendere conto di una realtà molto più varia e complessa. Le creature del duomondo sono prive di genere sessuale da un punto di vista fisiologico, quindi l’uso del maschile e del femminile non è idoneo per parlare di loro. Da un punto di vista caratteriale, hanno una personalità che, nella nostra ottica binaria, potrebbe essere riconducibile in alcuni casi alla femminilità e in altri alla mascolinità, ma sono categorie tutte nostre che nulla hanno a che vedere con la fluidità delle creature duomondesche, avulse da queste divisioni. Quindi abbiamo ritenuto che l’uso dello schwa fosse più corretto nei loro confronti e nei confronti della rappresentazione della realtà non binaria di cui parliamo.

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